Il mio corpo è nato di nuovo
La mia storia inizia nel lontano aprile 2005, una apparente influenza mi blocca a letto e da allora trascorrono circa 35 giorni tra esami clinici, accertamenti fino a quando finalmente i medici dell’Ospedale Cardarelli fanno la diagnosi: LMA, Leucemia Mieloide Acuta.
Mi ero ammalato di Leucemia Mieloide Acuta. Tutto si ferma e inizi ad accorgerti che il mondo va avanti anche senza di te, e scopri gli amici veri e la famiglia che ti abbraccia in un cerchio energetico di amore, ti senti smarrito per un po’ e cerchi la speranza, cerchi di capire e superato lo sconforto, inizi a chiederti i motivi, i perché.
Ti chiedi, quale possa essere il lato positivo di questa situazione? Ci deve essere, per forza! E quando ne trovi uno, inizi a vederne altri a altri ancora... così la mente costruisce la scalata della guarigione su ciò in cui credi davvero, sui tuoi valori e sulla bellezza della natura che è magica immortale e invulnerabile!
Era maggio del 2005 quando fu accertata la Leucemia, sono stato per un mese circa in una Clinica privata e poi in Ospedale, dove fu diagnosticata in modo preciso la malattia ed iniziarono le terapie per la remissione.
A fine agosto ero in totale remissione, diciamo “guarito”, ma era solo un apparenza perché da li a poco si sarebbe manifestata di nuovo una recidiva con gravi conseguenza e quindi la strada di fare il trapianto del midollo osseo era obbligata.
Così a settembre del 2005 dovevo scegliere non solo se fare o meno il trapianto, ma che tipo di trapianto fare. A Napoli, mi suggerivano il trapianto autogeno, ovvero con le mie stesse cellule staminali pulite il cui esito a breve era del 100% positivo, ma si prestava ad una possibile recidiva quasi nel 50% dei casi, e in quel caso non sarebbe più stato possibile avere gli stessi risultati terapeutici e quindi il rischio di morte era molto alto, oppure andare a Genova e sottopormi ad un tipo di trapianto chiamato allogenico, ovvero da donatore esterno compatibile, con possibilità abbastanza alta di riuscita (circa 70%); senza esitare neanche un minuto, decisi di andare a Genova presso l’Ospedale San Martino, avendo tra l’altro la fortuna di avere mio fratello Salvatore donatore compatibile al 100%.
Pensai che fortuna, siamo 8 figli e solo 1 era compatibile al 100% è il suo nome è Salvatore! Un indizio importante per me, era una coincidenza speciale.
La seconda coincidenza speciale, fu quando scoprii con piacevole sorpresa che l’assistente del primario dell’Ospedale San Martino di Genova era una mia cara amica, volontaria dell’Unitalsi (Unione nazionale trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali), con la quale avevo condiviso molti pellegrinaggi di volontariato a Lourdes in Francia. La scelta era tracciata, non potevo che andare a Genova!
Sono stato diverso tempo presso l’Ospedale San Martino, dove feci il trapianto di midollo osseo allogenico, circa 45 giorni di isolamento totale in camera sterile per abbassare tutte le difese immunitarie e trapiantare il nuovo midollo e poi i famosi 100 giorni affinché si potesse avere la certezza che si era sulla buona strada e non ci fosse più il rischio del tanto temuto “rigetto”.
Tutto è andato come desideravo, non ho mai pensato diversamente, ho sempre creduto con la massima convinzione di superare quel momento, mi vedevo già guarito, forte e in grado di fare qualsiasi cosa, ed alimentavo costantemente i miei pensieri e le mie cellule del dna con questi propositi intenzionali, per creare quel piccolo miglioramento costante ogni giorno e creare tutte le sostanze chimiche di cui il mio corpo aveva bisogno.
Ringrazio gli “Angeli“ del San Martino, a partire dal corpo degli Infermieri a tutti i Medici, nessuno escluso! Eccezionali e bravissimi, un’attenzione al paziente senza eguali, credo che l’ambiente nel quale ti trovi sia fondamentale per affrontare un disagio così importante, e credo soprattutto che l’atteggiamento mentale positivo che ho avuto sia stato altrettanto fondamentale per stimolare la guarigione e la rinascita delle mie cellule.
Il 5 ottobre 2005 il mio corpo è nato di nuovo! Da allora i controlli sono annuali e i medici mi raccomandano sempre di fare attenzione ad alcuni aspetti della mia vita poiché ho assunto farmaci molto potenti, tra cui chemio e soprattutto radio, che mi hanno ovviamente lasciato tracce e inibito alcune importanti funzioni. Come soggetto immunodepresso il mio sistema immunitario è più esposto e pertanto devo cercare di evitare luoghi troppo affollati, o situazioni nelle quali posso mettere a dura prova il mio corpo.
Ebbene, il messaggio che voglio dare a tutti coloro che stanno vivendo questo momento o che l’hanno già superato, che tutto può accadere!
Mi sono rimesso in gioco, ho resettato ogni mia cellula ed azzerato il sistema immunitario per ripartire da zero, e l’ho fatto anche nella vita con un nuovo stile, basato sul benessere fisico e mentale, sullo sport, sull’alimentazione e su tante sfide emozionanti ed entusiasmanti che generano in me sempre nuove energie super potenzianti.
Quest’anno ho partecipato ad un corso di sopravvivenza di 8 giorni in un bosco senza tenda a contatto con la natura sfidando me stesso, le mie paure, quelle soprattutto dell’immunodeficienza, e il mio corpo ha reagito in modo straordinario, donandomi ancora più forza e vigore.
A novembre ho partecipato alla mia prima maratona di New York, un evento per me impensabile! Sono rimasto stupefatto da come ha reagito il mio corpo (solo una piccola ipotermia alla fine dei 42,194 km) tutto è andato bene e ogni giorno accetto la sfida e le incertezze della vita con grande saggezza, che solo la magia della natura può davvero sorprenderci.
Voglio lasciare la mia testimonianza a tutti coloro che vivono questa malattia e che la stanno vincendo: osate, siate felici, sorridete sempre anche nello sconforto, cercate di essere positivi, c’è sempre un motivo amorevole e potenziante in tutto ciò che accade nella Vita.
Grazie e buona Vita.
Rosario De Vincenzo
Storie di combattenti