La malattia non è stata la mia fine, ma il mio vero inizio

    Quando hai 25 anni, provi ad immaginare quello che la vita avrà in serbo per te.

    Immagini viaggi folli con gli amici, amori che ti spezzeranno il cuore, lavori che cambieranno, magari dei figli.

    Di certo quello a cui non penseresti mai è di ritrovarti nel reparto di oncoematologia e di sentire: Linfoma non Hodgkin primitivo del mediastino superiore, II stadio.

    E quello che inizi a vedere nel tuo futuro sono chemioterapie devastanti, capelli che cadono, iniezioni, occhi sofferenti di chi ti ama e paura di quello che sarà. Ed in quel momento la vita ti mette davanti ad un bivio.

    Puoi decidere di arrenderti oppure di indossare il tuo sorriso migliore, tirare fuori le unghie, circondarti di persone positive e combattere la tua battaglia. Io ho scelto la seconda via.

    Mentirei se dicessi che è stato un percorso semplice, che non ho avuto giorni bui, che ho dubitato di farcela.

    Ma alla fine, 2 anni dopo la remissione totale, quel futuro che immaginavo prima di ammalarmi e che, per tutto il periodo della malattia ho dubitato di poter vivere, è invece diventato il mio presente.

    Viaggio, tanto, affamata di conoscere il mondo in tutte le sue sfaccettature.

    Ho cambiato lavoro, trovando nuovi stimoli e persone meravigliose.

    Nessun ragazzo mi ha ancora spezzato il cuore e sul diventare mamma, ci sto lavorando.

    Di una cosa sono certa: la vita mi ha fatto vedere entrambe le sue facce.

    E spesso mi sono chiesta “perchè proprio a me?”

    Ma poi, una volta uscita da quel tunnel lungo ed impervio, vi posso assicurare che tutto è diventato straordinariamente meraviglioso.

    Diletta

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