La fortuna in un esame

    Febbraio 2012, ho 52 anni, nessun sintomo o problema particolare e decido, non so ancora adesso perché, di fare gli esami del sangue.

    Arrivo a casa una sera e mia moglie mi dice che ho l'emocromo alterato in modo preoccupante, potrebbe essere un problema infiammatorio o infettivo, ma bisogna approfondire con una certa urgenza.

    In effetti i globuli bianchi sono alle stelle (oltre 30000), le piastrine basse, la VES un poco alta.

    Il mio dottore mi consiglia di parlarne con uno specialista ematologo che vive nel mio stesso paese. Lui è una persona eccezionale oltre che un vero luminare in materia. Facciamo ulteriori esami e arriva inaspettata la diagnosi: Linfoma non Hodgkin di tipo Mantellare, totalmente asintomatico, almeno sino ad oggi.

    Mi sembra di essere su “Scherzi a Parte”, io sto benissimo, ma mi dicono che dovrò sottopormi a percorso terapeutico molto duro (chemio e autotrapianto).

    Sono smarrito, incredulo e sconvolto. La mia vita stravolta in pochi minuti.

    Trascorrono giorni tremendi in cui tutto sembra caderti addosso, non vedi nessuna luce in fondo al tunnel. Questo è stato certamente il periodo più duro di tutta la mia vicenda.

    Più ti informi e più ti allarmi. Il Mantellare è una brutta bestia con prognosi generalmente negativa.

    La fortuna è di aver fatto un esame non programmato che ha permesso una diagnosi precoce e di avere un ottimo status fisico.

    Ma la fortuna è stata anche quella di aver trovato degli specialisti eccezionali che ben presto si accorgono che il mio Linfoma presenta degli aspetti anomali per essere un tipico Mantellare, normalmente aggressivo. Il mio non ha queste caratteristiche e in breve tempo la diagnosi viene rivista. Si tratta di Linfoma Mantellare, ma di tipo indolente. Per nulla facile da diagnosticare. Una forma molto rara, con prognosi meno nefasta (almeno nel medio periodo) e che potrebbe essere curato con una terapia meno invasiva.

    Quando me lo dicono è come se avessi vinto la lotteria di capodanno! Si decide così di partire con chemio R-chop per poi vedere come butta. Al terzo ciclo di chemio sono già in remissione completa e così rimango sino ad oggi.. e spero per sempre!

    Questa la sintesi del mio percorso che spero possa essere di speranza e sostegno per chi sta affrontando questa malattia.

    Oggi, grazie alla ricerca, alle strutture e a figure mediche di grande eccellenza è possibile curare ciò che qualche decennio fa era considerato incurabile. Certo ci vuole anche molta fortuna, ma ora possiamo vivere la malattia nella positiva consapevolezza che abbiamo ottime chance per uscirne.

    Giovanni

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