Linfoma - La storia di Giovanni
Ciao, sono Giovanni e questa solo in parte è la mia storia.
Ciao sono Giovanni,
la mia storia inizia durante la pandemia. Ho scoperto di avere un linfoma dopo essermi sottoposto al vaccino anti-Covid. In concomitanza alla vaccinazione ho notato un rigonfiamento di alcuni linfonodi sopra la clavicola e sotto l’ascella che i medici hanno definito come una normale reazione alla vaccinazione. Trascorsi mesi, però, il rigonfiamento era ormai di oltre 4 centimetri e ho iniziato ad avere altri sintomi: debolezza nelle mani, stanchezza costante e soprattutto un mal di testa molto forte, a tratti invalidante
Dopo aver visitato diversi medici, che imputavano i sintomi ai richiami del vaccino, mi è stato consigliato di fare delle analisi del sangue e di andare da un ematologo. E così ho fatto, ma non è cambiato nulla da quello che continuavano a confermare, “reazione al vaccino”. Dopo una fortuita combinazione di eventi, un ecografista, (l’ennesimo) in un modo abbastanza impattante mi ha prospettato uno scenario diverso. In seguito sono stato messo in contatto con una Ematologa che appena visti i risultati e prima ancora di fare la PET (che ha confermato poi il tutto, assieme alla biopsia), mi ha messo di fronte a quella che mi sembrava una sentenza: avevo un linfoma in stato avanzato. Dopo due giorni già mi ero sottoposto alla prima chemio.
Ne sono seguite altre 11, 12 in tutto, e mi ritengo molto fortunato perché i medici, dopo il quarto ciclo, mi hanno subito detto che il tumore aveva reagito bene alle cure. Alla fine dei trattamenti ero in remissione.
Sono passati più di sei mesi e sono qui anche grazie all’aiuto di AIL e alla ricerca. Ma anche se il malessere e il dolore fisico sono ormai nel passato, la malattia mi rimane ancora dentro, ovviamente si spera solo psicologicamente. La paura, lo stress ed a tratti la solitudine provati mi hanno cambiato. Sono arrivato persino ad incolpare me stesso anche per la sofferenza degli altri, tanto che fino a poco tempo fa avevo difficoltà anche a pronunciare la parola ‘chemioterapia’. Mi sembrava qualcosa di troppo forte.
Oggi ho capito che un’esperienza così difficile si supera con l’aiuto della scienza ma anche mettendoci tanta testa e forza di volontà, essendo grati per quelle persone, non tante in verità, che sono capaci di comprendere e di rimanere nonostante tutto. Ora il mio percorso, oltre ai controlli, prevede anche l’accettazione del nuovo me nato dopo la malattia. Il Giovanni prima del linfoma non esiste più, (o perlomeno in parte) sia fisicamente che mentalmente e sto facendo amicizia con questa nuova persona, sto imparando ad amarla perché dalla sofferenza si esce più veri e più reali, ma soprattutto più forti!
Giovanni
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