Nives e Franca Maria, due vite che si intrecciano
Nives e Franca Maria non si sono mai incontrate, ma le loro vite sono legate da un gesto di straordinaria generosità. Scopri di più.
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Sono Nives. È il febbraio 2021, ho poco più di 20 anni e una mattina mi sveglio con un forte dolore alla gamba sinistra, che è gonfia e rossa. Mi rendo conto di non riuscire più a muoverla e la mia mobilità è molto compromessa, tanto che finisco su una sedia a rotelle.
Da Canigattì, dove vivo, mi sposto in vari ospedali siciliani per una serie infinita di visite e accertamenti, senza avere risposte, con la gamba che peggiora sempre di più. I dottori pensano in un primo momento ad un’osteomielite, un’infezione dell'osso causata in genere da batteri ma è una spiegazione che non convince nessuno. Nel frattempo, il dolore non mi abbandona mai, a volte spero che mi diano una botta in testa per non sentirlo più, perché è veramente disperante. Dopo mesi di visite arriva una diagnosi.
Mia madre al principio non vuole chiamare la malattia col suo nome, forse per proteggermi. Io capisco, piano piano, che la cosa è molto seria. “Quindi ho un tumore?” chiedo ad un medico. La risposta è sì, un linfoma linfoblastico che, per ragioni non chiare, ha attaccato l’osso. Mi ricoverano d’urgenza, a Palermo. È subito dopo il COVID e nessuno può entrare con me, saluto mia madre di fronte al reparto dell’ospedale Cervello e la rivedo dopo un mese e mezzo, che mi sembra infinito. Inizio le terapie ad alte dosi che portano il tumore in remissione e poi 24 cicli di consolidamento, che ancora sto facendo.
In reparto ho conosciuto AIL, i volontari che sono stati sempre accanto a me in quel momento in cui mi sentivo così fragile, così sola. Con il loro aiuto ho potuto accedere ad una serie di sostegni, tra cui uno per me importantissimo: il servizio di mobilità solidale. Grazie a questa attività di AIL, posso muovermi da Canicattì a Palermo, dove sono in cura, gratuitamente. Bisogna pensare che tutti gli accertamenti fatti prima della diagnosi erano in regime privato e che ho speso tutti i miei risparmi per cercare delle risposte. Spesso non si tiene abbastanza conto dell’impatto economico che una malattia ha su una famiglia. Eppure c’è e non è banale. Per questo un sostegno come la mobilità solidale aiuta veramente a vivere il viaggio verso la guarigione con qualche pensiero in meno.
Oggi sto studiando per prendere la mia laura triennale, ho ricominciato a viaggiare, ho tanti obiettivi che voglio raggiungere e che sono al centro della mia vita. E se posso tornare a guardare avanti è grazie alla ricerca e grazie ad AIL, che mi ha tenuta per mano durante tutto il percorso.
Nives
Nives e Franca Maria
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Il lascito di Franca Maria Ghiringhello
Nives e Franca Maria non si sono mai incontrate, ma le loro vite sono legate da un gesto di straordinaria generosità. Maria Franca era nata ad Ivrea ma aveva vissuto a Roma. Nel corso della sua vita entra in contatto con AIL, che poi segue per tanti anni, tanto che nella redazione del suo testamento decide di lasciare una parte del suo patrimonio all’associazione. L’esecutore testamentario è il vicino di casa e amico Mario e proprio con il suo aiuto arriva ad AIL una donazione di 110 mila euro che viene destinata alla mobilità solidale AIL. Grazie alla generosità e al cuore di Maria Franca, tante persone come Nives potranno viaggiare gratuitamente verso il centro di cura, senza sostenere costi che possono impattare in maniera sostanziale sulla loro vita e su quella della famiglia.