Il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche (cse): tossicità
Il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche (CSE) consiste nella somministrazione di chemioterapia ± radioterapia a intensità sovra-massimale (denominata di “condizionamento”) seguita da una reinfusione delle CSE del paziente stesso, che è quindi al contempo donatore e ricevente, raccolte e congelate prima della terapia.
Indice dei contenuti
Tossicità
Il trapianto autologo è oggi una procedura relativamente sicura se eseguita in centri specializzati. Il miglioramento della terapia di supporto e della conoscenza dei principali effetti collaterali dei regimi di condizionamento ha permesso negli ultimi anni di ridurre notevolmente le complicanze e la mortalità legata alla procedura (nota come transplant related mortality, TRM). Tuttavia, il trapianto autologo di CSE rimane gravato da una certa tossicità e una mortalità (TRM), legata principalmente alle possibili complicanze infettive, che attualmente, si verifica in una percentuale molto bassa, non superiore al 2-3%. Le più comuni complicanze in corso di trapianto autologo sono:
Mucosite del cavo orale e del tratto gastroenterico, cioè danneggiamento della mucosa da parte dei chemioterapici, con conseguenti sintomi come dolore alla deglutizione, inappetenza, diarrea.
Infezioni batteriche.
Riattivazioni virali (es. citomegalovirus).
Cistite emorragica.
Tossicità epatica e malattia venocclusiva.
Tossicità polmonare.
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Il trapianto autologo: Le fasi del trapianto
Il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche (CSE) consiste nella somministrazione di chemioterapia ± radioterapia a intensità sovra-massimale (denominata di “condizionamento”) seguita da una reinfusione delle CSE del paziente stesso, che è quindi al contempo donatore e ricevente, raccolte e congelate prima della terapia.
Trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche (CSE)
Il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche (CSE) consiste nella somministrazione di chemioterapia ± radioterapia a intensità sovra-massimale (denominata di “condizionamento”) seguita da una reinfusione delle CSE del paziente stesso, che è quindi al contempo donatore e ricevente, raccolte e congelate prima della terapia.
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